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About

Nacqui (1-7-1965) nella stanza in cui vissi per 18 anni,  di fronte la chiesa, la piccola piazza e vicino il mercato del pesce e della frutta (Marsala). Gli studi, fino al completamento del liceo scientifico, volarono via come polvere al vento, semplici, interessanti, pieni d’incontri che di volta in volta assimilavo nella mente, come tabula rasa, come spugna che in silenzioso ascolto s’impregnava delle parole e delle esperienze degli altri. E così un giorno me ne andai via e mai più tornai nella mia cara stanza dall’alto tetto a volta che nel silenzio delle note del mio giradischi m’ispirava imprese e sogni tutti da realizzare.

E li realizzai talvolta con fatica, con lo studio, quando all’ombra della torre di Pisa, il cui maledetto presagio sfidai più volte, mi laureai e divenni ingegnere in elettronica. Festa grande per me e per chi mi stava intorno e dopo subito l’Accademia Navale di Livorno per seguire le orme di chi mi diede il nome e che continua con le sue grandi ali a proteggere i miei passi.

Passi che spesso si rincorrevano rapidi, frenetici: il primo lavoro, il primo matrimonio, il primo figlio, poi il secondo… io sempre il primo come a scuola, fino a quando incontrai l’Amore della mia vita. Frenata brusca, riflessione, dolore, cambio di marcia e... Vita.

Ripresa più intensa che mai dei pennelli e dei colori che mai mi avevano abbandonato da quanto ancora piccolo disegnavo e coloravo i miei sogni. “La vita è la realizzazione dei sogni della giovinezza”, me lo dissero quando ancora non lo capivo bene, ero giovane e sognavo, ma è una frase che porto sempre con me e che mi dà alimento per nuovi sogni e nuova Vita.

Da alcuni anni le esposizioni personali e collettive e la voglia sempre più evidente di mostrare le mie opere.

Frenare, non correre, assaporare l’attimo… chi me l’ho insegnò è accanto a me ogni giorno e, sebbene presa da nostro figlio (che nel frattempo è già cresciuto), sta li a ricordarmelo anche se non lo dice. La quotidianità è la battaglia più dura, ma viverla insieme alla persona giusta è il piccolo segreto che di questa nostra esistenza forse ho capito. Per questo la troverete spesso nei miei dipinti a volte esplicitamente ritratta a volte sott’intesa, anche nei paesaggi inanimati… i colori sono il mio inconsapevole ricordo di Lei.

Γνῶθι σεαυτόν (conosci te stesso)

Credo che il disegno e la pittura, come tutte le altre forme artistiche,  siano manifestazioni  naturali che inesorabilmente fuoriescono dall’uomo come la lava da un vulcano, per questo motivo non smetto di dipingere e dipingendo continuo a conoscere me stesso, quello che cerco, quello che sono. E’ incredibile, ma i dipinti, i colori e le forme che imprimo nella tela manifestano ineluttabilmente quello che sono e quello in cui credo. La bellezza o la bruttezza, l’armonia o la dissonanza sono prima dentro di me e poi sulle tele che dipingo. Essere ispirato, allora, coincide con la conoscenza di me stesso e guardare e rimirare le mie opere è come guardarsi allo specchio.

Coltivare, educare e manifestare il proprio “talento” (nel senso biblico del termine)  è quasi un obbligo per le coscienze sensibili ed è uno stimolo per chi ne fruisce. L’inaridimento della sensibilità artistica, sempre possibile se ci si adagia sulle vane glorie dell’esistenza, provoca la morte dello spirito critico e della capacità di apprezzare i doni che ogni giorni ci vengono inaspettatamente presentati.

Sulla mia pittura

La passione innata per la pittura e il disegno, che coltivo da oltre 40 anni, mi spingono alla ricerca di forme espressive sempre nuove, nelle quali la figura ha sempre un ruolo di primo piano. La mia arte è relativamente immediata, chi ne fruisce è sempre posto davanti ad una scena comprensibile nella quale è evidente la ricerca del bello, dell’armonia dei colori e delle forme. Questa continua ricerca di una espressività coincidente con i propri sentimenti ed il modo di vedere la realtà è, in un certo senso, espressione codificata del mio profondo senso religioso, inteso come emersione dei primordiali semi di verità che ciascun uomo racchiude nel suo animo. Seppur non traspaia, infatti, dalle mie opere alcuna attribuzione politica, sebbene non vi sia la esplicita volontà di intervenire direttamente sui fatti che riguardano la vita sociale odierna, eppure una forte attenzione è rivolta alla Vita nel senso più ampio del suo significato che ne comprende tutti gli aspetti, a partire dalla consapevolezza che essa è un dono e come tale va custodito e trattato nel migliore dei modi, mettendo a frutto i Talenti che con essa ci sono stati consegnati. E così opere come “guardare avanti” rivelano la speranza dell’uomo in un futuro sempre migliore nel quale accompagnare le nuove generazione. “una piazza” è il ritratto storico di un Paese nel quale convivono in armonia gli edifici statali , quelli aristocratici, quelli del popolo e nel quale la Chiesa ha avuto un ruolo centrale di collegamento fra essi. Un ritratto di donna trasmette il senso della bellezza della Vita attraverso l’armonia fra i colori dello sfondo e l’espressione serena dei suoi occhi. “luci ed ombre” sono l’esempio della mutevole bellezza della realtà, basta un attimo e la splendida coincidenza dei riflessi di luci e ombre su un tavolo scompaiono: paradigma della mutevolezza della realtà che ci circonda

La fatica di dipingere (ovvero di vivere)

Non è affatto facile dipingere. Picasso impiegò tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino, eppure già da bambino dipingeva come i grandi artisti rinascimentali. Non è il perfezionamento dello stilo la perfezione del segno o la compiuta armonia dei colori che ricerco, ma l’armonia tra ciò che si vede (ciò che dipingo) con ciò che ho dentro. Questa ricerca di armonia è una fatica continua perché l’anima è mutevole e fermarla anche per un attimo è difficile, è come tentare di fermare i pensieri, come congelare lo stato della propria anima: è impossibile eppure per un istante può avvenire. Cogliere l’attimo è faticoso ma lo si può fare quando si riesce a fare silenzio dentro se stessi, quando si filtra il rumore di fondo che sempre ci accompagna. Per questo voglio sempre un supporto disponibile, perché la cattura di quell’attimo è inaspettata e imprevedibile e quando sento che sta per avvenire devo subito mettermi al lavoro. E dopo è come stare in apnea fino a quando l’opera è abbozzata. Quindi comincia la parte più complicata, ma anche quella più gratificante: la cura dei dettagli; il guardarsi allo specchio dentro al quadro che hai dipinto per verificare se quello che vedi coincide con quello che senti. Che fatica… ma che gioia, dopo.

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